Il 7 dicembre 2024 è entrata in servizio, protagonista del rinnovamento della flotta italiana, progetto che segna un punto di svolta per la cantieristica nazionale e per l’economia del Paese: la Nave Trieste, unità d’assalto anfibio multiruolo della Marina Militare. Un’opera imponente, frutto del know-how italiano e simbolo dell’evoluzione tecnologica e operativa delle nostre Forze Armate.
Realizzata interamente dai cantieri navali italiani, la Trieste è la più grande unità costruita per la Marina Militare dal secondo dopoguerra a oggi. Un colosso dei mari, progettato per garantire una prolungata autonomia logistica in aree operative e per condurre operazioni complesse di sbarco anfibio anche in scenari lontani e ostili.
Con i suoi oltre 1000 posti letto, un ponte di volo lungo circa 230 metri e la capacità di proiettare fino a 600 fucilieri della Brigata Marina San Marco, la Nave Trieste rappresenta un autentico baluardo della proiezione strategica nazionale. Il ponte garage, lungo 1.200 metri lineari, può accogliere veicoli civili e militari, ruotati o cingolati, a conferma della sua funzione di piattaforma logistica altamente flessibile.
La nave è stata concepita come Landing Helicopter Dock (LHD), unendo capacità aeronavali, di trasporto truppe, supporto logistico e sanitario. Il suo bacino allagabile interno le consente di operare come base mobile per operazioni anfibie, anche oltre l’orizzonte, ossia a più di 24 miglia dalla costa.
Non solo potenza militare: la versatilità operativa della Trieste le consente di essere rapidamente impiegata anche in contesti umanitari. Grazie a un ospedale di bordo attrezzato con sale operatorie, radiologia, laboratori, servizio dentistico e 27 posti per ricoveri gravi, l’unità può supportare interventi sanitari d’emergenza. È inoltre predisposta per collaborare con la Protezione Civile, fornendo assistenza sanitaria, energia elettrica e acqua potabile in caso di calamità.
Sul piano strategico, la Nave Trieste è la nave ammiraglia dell’Amphibious Task Group (ATG) e, insieme a Nave Cavour del Carrier Strike Group (CSG), costituisce la spina dorsale della Expeditionary Task Force (ETF) italiana. Un dispositivo militare proiettabile, pronto a rispondere rapidamente alle crisi internazionali.
La nave può ospitare anche gli staff di comando previsti dalla dottrina NATO per le operazioni anfibie, come il Commander Amphibious Task Force (CATF) e il Commander Landing Force (CLF), offrendo pieno supporto C4I, logistico e sanitario (Role 2E), con possibilità di estensione.
A completare il profilo operativo, la Nave Trieste è predisposta per operare come Alternate Carrier Vessel, supportando anche la componente aerotattica di 5ª generazione con velivoli F-35B. Un ulteriore salto di qualità per una Marina sempre più interoperabile, moderna ed efficace.
Con Nave Trieste, l’Italia si conferma tra le poche nazioni al mondo in grado di condurre operazioni anfibie complesse, integrando capacità tecnologiche avanzate con una proiezione globale. Un asset strategico che consolida il ruolo della Marina Militare come leva per la sicurezza internazionale e lo sviluppo del sistema industriale nazionale.
L’immagine è tratta dal sito della Marina Militare